La Rocca

L’edificio

La Rocca fu edificata nel 1385 dai marchesi Bonifacio ed Antonio Lupi che nel 1347 avevano avuto da Carlo IV l’investitura feudale sul territorio, potere che esercitarono fino alle soppressioni napoleoniche.

E’ probabile che il primo fortilizio, a pianta quadra e con le quattro torri ai lati, sorgesse già in capo ad un anno, mentre nel 1392 fu completato il muro esterno. A quei tempi l’edificio si presentava come una poderosa rocca munita di ogni difesa contro gli attacchi esterni.

Con il passare del tempo e il consolidarsi delle Signorie, le lotte fra i feudatari si fecero però via via più rare e il castello poté quindi ingentilire le sue strutture e diventare un piacevole e comodo palazzo, pur conservando anche le sue strutture antiche. Il castello subì, infatti, dei consistenti rifacimenti strutturali soprattutto nel Cinquecento ma fu solo nel secolo successivo che divenne una sfarzosa residenza principesca, aspetto che conserva tutt’oggi.

Successive modifiche sono state portate dal parmigiano Angelo Rasori e dal piacentino Antonio Tomba rispettivamente nel ‘700 e nell’800.

La Rocca, arricchita nel tempo di innumerevoli opere d’arte e di inestimabili testimonianze del passato, è sempre rimasta di proprietà della famiglia Meli Lupi.

Il casato Meli Lupi

La storia del casato dei Meli Lupi non può che partire dal più antico tra i signori di Soragna, il marchese Guido Lupi, che fu podestà di Parma nel 1202, svolgendo importanti azioni pacificatrici nelle terre vicine.

I Lupi anticamente, con ogni probabilità, costruirono il castello e numerosi fortilizi sul territorio: sappiamo, infatti, che nel 1318 le truppe del podestà a Parma distrussero un ‘castelletto’ di Albertazzo Lupi, reo di essersi rifiutato di pagare un’ammenda.

Un’altra tappa fondamentale nella storia della famiglia fu la trasformazione dei beni di Soragna in feudo, avvenuta nel 1347 da parte di Carlo IV di Boemia, con il riconoscimento dei titoli di Marchese per Ugolotto Lupi e i suoi discendenti, e del diritto di mero e misto impero e di podestà di spada sul feudo. Dopo lunghe traversie dovute alla contesa sull’eredità del nome e dei beni del casato, il marchese Giampaolo Meli ottenne nel 1530 il diritto di aggiungere al proprio cognome quello dell’estinto casato dei Lupi, nonché il privilegio di porre l’insegna imperiale dell’aquila nello stemma.

Tra le personalità che conferirono maggior lustro e prestigio alla casata dei Meli Lupi è sicuramente Isabella Pallavicino di Cortemaggiore, moglie di Giampaolo II, dama conosciuta soprattutto per aver ottenuto dal Duca di Ferrara il permesso di stampare un’edizione della ‘Gerusalemme liberata’, riveduta e corretta dallo stesso Tasso, ancora vivente, che le dedicò un sonetto tuttora conservato nella biblioteca del palazzo.
Nel 1709 Giampaolo Maria ottenne, dall’imperatore Giuseppe I, che il marchesato fosse innalzato a Principato del Sacro Romano Impero con diritto di battere moneta. Il titolo di Principe da allora viene portato dal primogenito della famiglia.
L’attuale Principe Diofebo, oltre alla sua attività nel settore agricolo, prosegue nell’attività di apportare migliore nell’attività turistica e nel campo musicale.

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