La leggenda
Il fantasma della rocca di soragna
Sulla Rocca Meli Lupi di Soragna aleggia un alone di mistero, dovuto alla morte violenta, risalente al 1573, della moglie di Diofebo Meli Lupi II, Cassandra Marinoni nota ai soragnesi col soprannome di Donna Cenerina.
Cassandra Marinoni durante le assenze del marito, che seguì Ottavio e Alessandro Farnese in molte imprese militari, amministrava il piccolo feudo padano, nel quale accolse la sorella Lucrezia.
Lucrezia nel 1560 si era maritata con il conte Giulio Anguissola, uomo violento e meschino che aveva dissipato i beni di famiglia e, dopo la separazione dalla donna, meditava di ucciderla per impossessarsi della sua eredità.
L’omicidio delle due donne scosse il piccolo feudo perché la Marchesa era benvoluta da tutti.
Un destino crudele volle che Cassandra si trovasse proprio in visita presso la dimora della sorella a Cremona, il giorno in cui l’Anguissola si presentò con un gruppo di uomini armati e, riuscito ad entrare con l’inganno, la uccise a pugnalate colpendo anche Cassandra che era andata a trovarla.
Trasportata immediatamente a Soragna, Cassandra si spense nella Rocca, assumendo negli ultimi aliti di vita un colore cinerino dal quale deriva il soprannome di “Donna Cenerina“.
Diofebo Meli Lupi chiese giustizia ma nonostante la condanna a morte, Giulio si rifugiò a Venezia e rimase impunito.
Si dice che da allora il fantasma di Cassandra aleggi nelle stanze della Rocca Meli Lupi e si palesi con sbattimenti di porte, rumori improvvisi, scricchiolii inspiegabili o rotture di vetri per annunciare sinistri presagi ai componenti della famiglia Lupi o per manifestare un dissenso se viene ospitata nella rocca una persona a lei sgradita.
Il ritratto della sfortunata Cassandra è visibile sopra la porta della Sala del Biliardo, detta anche Galleria degli Antenati poiché ospita i ritratti di famiglia.
A ricordarla anche nella Sala del Baglione in una lunetta nella parete ovest, l’albero spezzato, unico nella decorazione del salone, simbolo di una vita interrotta precocemente.